Con l’ultimo post del 2017 vorrei tirare le fila dell’anno appena passato. Quest’estate avevo già fatto un bilancio parziale, un bilancino, dopo pochi mesi dall’apertura del blog, ma ora è il momento di fare sul serio.
Che sono diventata freelance ve l’ho già raccontato, ma nel frattempo ho pure cambiato taglio di capelli e per i primi mesi del 2018 è in programma anche un trasloco (ma non voglio dire dove fino a quando non sarà ufficiale, perché a essere scaramantici non si sbaglia mai).
Cosa mi lascio alle spalle di questo 2017?
È stato un anno densissimo di eventi, di persone, di studio, di cadute e risalite. Ma è stato anche un anno di conferme e nuove certezze, e cose belle di cui ho voluto circondarmi il più possibile. Perché un anno fa presto a scappare via, ed è meglio cercare di non sprecarlo.
Quindi, ecco il mio bilancio dell’anno appena passato.
Ho fatto due viaggi importanti, uno che rimandavo da anni (tornare a Londra) e l’altro, in una città scelta un po’ a caso e di una bellezza sorprendente (Vilnius). È stato anche l’anno in cui sono tornata di più a Venezia, nonostante il rimpianto di un Festival del cinema mancato.
Finalmente ho ricominciato a leggere, soprattutto in questi ultimi mesi, ma anche durante una varicella che mi ha sorpresa in primavera e nella scorsa, torrida, estate.
Tanti, ancora, compongono la mia biblioteca dei libri non letti, altrettanti sono ancora in wishlist, ma quelli che sono riuscita a finire sono:
- Pastorale Americana di Philip Roth
- I diari della principessa di Carrie Fisher
- Libertà di Jonathan Franzen
- Storie della buonanotte per bambine ribelli di Elena Favilli e Francesca Cavallo
- La fine dei vandalismi di Tom Drury
- L’arte di essere fragili di Alessandro D’Avenia
- La più amata di Teresa Ciabatti
- Complex tv di Jason Mittel
- Underworld di Don DeLillo
- Il celestiale bibendum di Nicolas De Crécy
- Qualcosa di Chiara Gamberale e Tuono Pettinato.
Sono state decine le serie tv che ho divorato e di cui ho spesso avuto qualcosa da dire. Ma me ne sono piaciute altrettante, anche se non ne ho (ancora) parlato: Mindhunter, Dark, Big little lies, She’s gotta have it, Master of None, Santa Clarita Diet, Suburra…
Secondo l’app del mio telefono dove ne tango traccia, finora ho passato più di due mesi della mia vita guardando serie tv.
I film visti quest’anno forse sono stati troppo pochi.
Ce ne sono alcuni che ho voluto a tutti i costi vedere in sala e che mi resteranno nel cuore: Logan, La La Land, Baby Driver, Dunkirk e, naturalmente, Star Wars – Gli ultimi Jedi.
E poi ci sono stati Jackie, Okjia, Blade Runner 2049, Arrival e l’ultimo, Wonder Wheel, visto qualche giorno fa in un cinema semi vuoto in un pomeriggio di pioggia.
È stato anche un anno di musica. Mi ha accompagnata non solamente dal vivo (Mac DeMarco, Ennio Morricone, i Jamiroquai), ma anche attraverso le serie tv e i film con una colonna sonora perfetta: The Get Down, Big Little Lies, She’s Gotta Have it, American Gods, La La Land e Babydriver.
E, last but not least, sono stati tanti anche gli album usciti nel 2017 che hanno scandito il passare dei mesi. Ve li lascio qui come ultimo pensiero, se avete voglia di finire l’anno con qualcosa di bello.
- Tyler, the Creator – Flower Boy
- LCD Soundsystem – American Dream
- Sampha – Process
- Lorde – Melodrama
- Kendrick Lamar – DRAMA
- St. Vincent – Masseducation
- Ibeyi – Ash
- Jay Z – 4:44
- Beck – Colors
- Gorillaz – Humanz
Se l’anno che sta per finire è stato per me un momento di semina, in cui ho messo le fondamenta, il mio augurio per il 2018 è che diventi quello della crescita e della costruzione. Buon nuovo inizio a tutti.