Nell’ultimo post ho parlato delle community di fan, di che importanza hanno per le serie tv, e di quali mi sento di fare parte.
Oggi ad esempio è l’Amazon Prime Day e al momento sto aspettando che scatti l’offerta per il cofanetto con 12 dvd dei film degli Avengers.
Update: alla fine non li ho comprati, e mi sono accontentata della trilogia originale di Star Wars
La mia fandom preferita, perché deriva in maniera quasi comica da un ulteriore fanatismo per uno dei miei attori di riferimento, è quella delle serie tv Sherlock.
Come era ormai chiaro quando ho parlato di Adam Driver, non mi piacciono le facce ordinarie, e Benedict Cumberbatch non è certo da meno. Lui, peraltro, è un altro per cui il doppiaggio dovrebbe essere illegale (guardate le sua pagina Wikipedia e contate il numero di doppiatori che gli si sono alternati).
E poi Cumberbatch è il sex symbol che divide di più il pubblico: c’è chi lo trova inguardabile e chi irresistibile. Provate a indovinare da che parte sto io.
A riprova del fatto che non sono né l’unica, né la più giovane, né tantomeno la più fissata, cercate solo su Instagram gli hashtag #cumberbunnies, #cumberbabes o il migliore di tutti, #cumberbitches: la comunità di sue adoratrici è molto ampia e creativa (e lo sa benissimo anche lui).
Ho iniziato a vedere Sherlock quando la serie era appena uscita, mi sono colpevolmente fermata alle prime due stagioni per poi recuperarle poco prima dell’arrivo della quarta, lo scorso gennaio.
Intorno alle nuove puntate c’è sempre un’attesa febbrile paragonabile a quella per l’uscita dell’ultima stagione di Game of Thrones. Sì, perché i fan di Sherlock sono sicuramente di meno di quelli di GOT, ma in proporzione sono altrettanto agguerriti.
La particolarità di Sherlock è che le stagioni escono molto distanziate tra loro: stiamo parlando di almeno due anni l’una dall’altra, per cui all’attivo, attualmente, ce ne sono solo quattro (e ognuna è di sole tre puntate): la prima è del 2010, quando ancora Cumberbatch e Martin Freeman, la sua spalla nel ruolo di Watson, non erano le superstar hollywoodiane che sono adesso.
Quindi, potete solo immaginare le aspettative con cui si arriva ogni volta alla nuova stagione.
Unica eccezione alla regola è stata la puntata speciale di Natale 2016, The abominable bride, l’unica ambientata nella Londra Vittoriana e che, oltre ad essere lo scioglilingua più complicato del mondo, è anche un capolavoro vincitore di un Emmy.
Cumberbatch si sta smarcando con difficoltà dall’essere identificato con il consulting detective più famoso della Storia, e questo solo grazie all’interpretazione di un altro genio, Doctor Strange.
A dimostrazione del fatto che, per i fan più accaniti, Cumberbatch e il suo high functional sociopath Sherlock Holmes sono una cosa sola, basta vedere le centinaia di profili Instagram dedicati al suo personaggio e le opere di fan art di ogni tipo che si trovano online.
Moltissime, peraltro, sono a sfondo omosessuale, visto che una delle teorie più accreditate nella fandom è che Holmes e Watson siano in realtà innamorati, e ogni dettaglio dei dialoghi ed espressione dei protagonisti sono stati sezionati in maniera chirurgica per scovarne le prove. E anche questo, i diretti interessati, lo sanno bene.
Visto che avevo accennato ai gadget, posso dirvi che di Sherlock ho attualmente: i dvd delle serie, questi meravigliosi poster minimalisti dedicati alle puntate della seconda stagione, e già nel carrello per il prossimo acquisto i manga tratti dalla serie.
Forse un giorno arriverò a riempirmi la casa di action figures, chissà.