Cosa significa essere femministe oggi? La domanda è provocatoria e non sempre si riesce a dare una risposta esaustiva.
Ultimamente stanno emergendo nuove icone di quello che ormai viene definito femminismo mediatico tra le fila delle attrici di Hollywood, schierate in maniera sempre più esplicita a favore di campagne internazionali dedicate alla parità di genere. C’è chi lo fa in maniera più discreta, c’è chi ne impermea ogni sua azione, foto su Instagram o intervista.
Una delle rappresentanti della seconda categoria è Lena Dunham.
Lena ha esattamente la mia età, ma mentre io stento a mettere un piede fuori dal letto la mattina quando suona la sveglia, lei ha fatto in tempo a diventare attrice, scrittrice, produttrice e regista, vincitrice di Emmy e Golden Globe e nominata dal Time nel 2014 una delle 100 persone più influenti del mondo.
Ho iniziato a seguirla quando ho scoperto nel 2012 la sua Girls, di cui mi sono innamorata all’istante, e ho subito pensato che la sua scrittura avesse qualcosa di speciale.
Della serie tv mi riservo di parlare quando avrò terminato la season finale, in onda in queste settimane. Qui vorrei solo raccontare perché è una personalità da seguire.
Da un po’ di tempo ho iniziato a interessarmi anche alla sua vita privata e al suo impegno politico attraverso i social e il web, e in questo modo ho iniziato ad allontanarla da Hannah, il suo personaggio in Girls, con cui per forza di cose l’avevo identificata (è in parte autobiografico, quindi era inevitabile).
Vi elenco per questo i dieci motivi per cui anche voi dovreste amarla quanto me:
1. nonostante sia una newyorchese e abbia avuto una vita totalmente diversa da quella della maggior parte di noi, riesce a dare voce alle trentenni più di quanto possiate immaginare;
2. ha una grave malattia debilitante e poco conosciuta come l’endometriosi, di cui soffrono, spesso senza saperlo, milioni di donne nel mondo, e ne ha sempre parlato apertamente e senza vergogna, contribuendo a fare awareness su quello che è un problema nascosto e pericoloso;
3. se ne frega talmente tanto dei canoni estetici del corpo femminile che ti porta più di una volta ad ammirarla per il coraggio con cui lo espone, anche se imperfetto e in sovrappeso. Poi però, dopo aver superato la fase in cui ti stupisce la sua spudoratezza, ti obbliga a riflettere sul fatto che i corpi sono tutti diversi, che non dovrebbe esserci un canone, e che (teoricamente) nessuno dovrebbe vergognarsi del suo;
4. proprio a causa dell’endometriosi, si è recentemente sottoposta a una dieta che l’ha fatta dimagrire molto. E hanno tutti dovuto dire la loro, e lei ha ovviamente risposto a tono. Leggete l’articolo di Refinery29 uscito recentemente per capire meglio di cosa parlo;
5. se ne frega anche di quello che gli altri pensano di come si veste, e le sue risposte a chi la critica non permettono di ribattere in alcun modo:
I try at a lot of things. Mostly I try at being a writer, director, actor, activist, friend, sibling, partner, godmother…Fashion is fun but sometimes I’d rather not spend 3 hours and lots of cash I could give to charity or spend on books and food to get ready to go out. There’s a lotta different ways to be a public figure and I think there’s room for us to occasionally show up in public like normal people do. When I look at that picture you subjected to “caption this” criticism, I see a day well-spent writing, reading, having tea with a friend.
6. dopo aver scritto, diretto e interpretato una delle serie più acclamate degli ultimi tempi, ha anche fondato la sua azienda, Lenny Letter, che è un sito a cui è collegata una newsletter sull’impegno femminile in tutti i campi, e che raccoglie testimonianze, idee, spunti per le donne di domani. Su Lenny, tra le altre, è stata intervistata anche Jennifer Lawrence, che proprio lì ha parlato per la prima volta di disparità di trattamento economico tra attrici e attori;
7. a 28 anni ha scritto un’autobiografia, Non sono quel tipo di ragazza, in cui c’è tutto.
C’è il racconto di tutti i presupposti per avere una vita normale (una famiglia affettuosa e di supporto, padre compreso, un ambiente colto e benestante in cui crescere), che non sono bastati a evitarle di precipitare in un disturbo ossessivo compulsivo tenuto costantemente a bada dai farmaci. E poi ci sono gli incontri sbagliati e sbagliatissimi, e le amicizie che sono fondamentali per la sopravvivenza.
In estrema sintesi, quella costellazione di imperfezioni, fisiche e caratteriali, che le ha permesso di diventare Lena Dunham;
8. in Not that kind of Girl parla anche della tragedia di uno stupro subito da parte di un compagno di università, cosa che succede quotidianamente a molte altre ragazze all’interno dei college americani, ed è un altro argomento di non ha mai avuto paura di parlare;
9. sa che da soli si arriva fino a un certo punto, ma la vera forza è nel gruppo. E allora si circonda di amiche del calibro di Taylor Swift, Lorde, Gwyneth Paltrow, Amy Schumer, che mantengono alta e costante la sua dose di credibilità;
10. ha regalato al mondo una faccia e un talento del calibro di Adam Driver, scelto per interpretare il personaggio di Adam in Girls e che da lì ha spiccato il volo. E per questo non smetterò mai di esserle grata;
Nell’era in cui tutti si sentono influencer di qualcosa, lei riesce ad esserlo in maniera reale e non patinata, per tutti i motivi di cui sopra. E magari può risultare antipatica, perché è una senza peli sulla lingua e non le manda mai a dire, ma è forse una delle voci più sincere e libere della nostra generazione.
Se vi ho convinti, potete partire da qui per conoscerla meglio:
– Il suo account Instagram
– Lenny Letter
– Non sono quel tipo di ragazza su Amazon.
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